Post

Visualizzazione dei post da 2007

Se è vero che non siamo mai stati umani, che fare?

Nicholas Gane intervista Donna Haraway NG: Il Manifesto Cyborg fu pubblicato per la prima volta nel 1985 sulla Socialist Review , quindi nel 2006 ha compiuto ventun anni. Quali erano gli scopi e i motivi che le hanno spinto a scrivere quel saggio? DH: All’inizio degli anni Ottanta mi fu chiesto in due occasioni di prendere posizione in forma scritta sulle discussioni del femminismo socialista americano e più in generale del movimento della Nuova Sinistra (New Left). Per quanto riguarda gli Stati Uniti, subito dopo l’elezione di Reagan il collettivo della Socialist Review della West Coast chiese a me e a molte altre – Barbara Ehrenreich ad esempio– di scrivere cinque pagine sulla questione del femminismo socialista chiedendoci quali fossero le cose più urgenti da cambiare nella politica. La domanda era sul futuro dei nostri movimenti in seguito all’elezione di Reagan, e naturalmente su cosa rappresentasse più in generale quella elezione dal punto di vista culturale e politico, non sol

Beatriz Preciado, "Donne ai margini"

Mentre la retorica della violenza di genere si diffonde nei mezzi di comunicazione invitandoci a continuare a immaginare il femminismo come un discorso politico articolato intorno alla opposizione dialettica tra gli uomini (dal lato della dominazione) e le donne (dal lato delle vittime), il femminismo contemporaneo, senza dubbio uno dei territori teorici e pratici che ha subito un'enorme trasformazione e critica riflessiva dagli anni Settanta, insiste nell'inventare immaginari politici e nel creare strategie di azione che mettono in questione ciò che sembra più ovvio: che il soggetto politico del femminismo siano le donne. Vale a dire, le donne intese come una realtà biologica predefinita, ma, soprattutto, le donne come devono essere, bianche, eterosessuali, sottomesse e di classe media. Emergono in questa ricerca nuovi femminismi di moltitudini, femminismi per i mostri, progetti di trasformazione collettiva per il secolo XXI. Questi femminismi dissidenti si rendono visibili a