Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2013
Immagine
Matronly, prudish, old-fashioned, proper, flirty, cheeky, provocative, asking for it, slut, whore. Dove si potrebbe scrivere sul corpo di un uomo? E quali aggettivi?
Chi protegge il bambino queer? di Beatriz Preciado, filosofa, direttrice del programma di studi indipendenti del Museo di Arte contemporanea di Barcellona (Macba). Pubblicato su Libération, 14 gennaio 2013 Traduzione di Sara Garbagnoli, dottoranda in Sociologia alla Sorbona di Parigi. Gli integralisti cattolici, ebrei o musulmani, i sostenitori di Jean-François Copé senza più vergogna di esserlo, gli psicanalisti edipici, i socialisti naturalisti alla Jospin, i sinistrorsi eteronormativi e la truppa sempre più ingrossata di coloro che sono alla-moda retrogradi si sono trovati d’accordo domenica scorsa per fare del “diritto del bambino ad avere un padre ed una madre” l’argomento cardine per giustificare la limitazione dei diritti delle persone omosessuali. E’ stato il loro giorno di uscita, un giganteso outing nazionale degli eterocrati nazionali. Tutti costoro difendono un’ideologia naturalista e religiosa di cui conosciamo bene i fondamenti. La loro egemonia eterosessuale si
Il secondo testo sarà Our Bodies Ourselves , il "manuale" di salute per le donne scritto dalle donne del Boston Women's Health Collective. La prima edizione è dl 1970, ma l'organizzazione che ha preso il nome dal libro pubblica ancora oggi edizioni aggiornate (tradotte e adattate in moltissime lingue) su tutti i temi legati alla salute delle donne. La prima storica edizione è disponibile in inglese qui: http://www.ourbodiesourselves.org/uploads/pdf/OBOS1970.pdf La prefazione all'edizione del 1973 è qui: http://www.ourbodiesourselves.org/about/1973obos.asp Passare dal Manifesto a OBOS è apparentemente un salto notevole, ma è interessante confrontare le posizioni di entrambi sul corpo, sulla presa di coscienza e di parola intorno al corpo della donna: dalla salute alla procreazione, dalla sessualità alla percezione di sé. Il collettivo di Boston enuncia un principio importante quando dicono "noi siamo il nostro corpo". Il corpo non è dunque un oggetto,
Torno sul Manifesto che abbiamo tutte e tutti letto, e che abbiamo cominciato a discutere insieme mercoledì scorso. Credo che la maggior parte di noi abbia sperimentato la forza del testo, la sua capacità ancor oggi di scuotere, e di dividere. Ma anche un caotico senso di sovrabbondanza, quasi spaesante. C’è veramente “tutto” in questo manifesto, e anche in ciò mi sembra rifletta bene l’energia e la generosità di una generazione che non aveva paura di mettere in discussione tutto, e tutto in una volta. Per questo credo che la lettura di queste poche pagine trasmetta un vigore e una radicalità che oggi ci sembra quasi insostenibile, da un lato perché questo “gesto di rivolta” può sembrarci datato, dall’altro perché molt* non sentono più quella energia, quel desiderio o quella rabbia per scommettere in un “nuovo inizio”: anche se percepiamo di essere giunti ad un punto terminale di un sistema socio-economico, insostenibile per molti aspetti. Abbiamo visto che il Manifesto ha una forma no
Come iniziare un seminario? Forse da un manifesto di rivolta che ci faccia misurare la distanza ma che comunque nasconde ancora mine inesplose. Un azzardo, senza presumere che questo sia IL femminismo. Però se i manifesti servono a fare piazza pulita immaginando un "altro" inizio questo funziona ancora. Datato e attuale come una rovina che ci parla. Un link al Manifesto di Rivolta Femminile (1970) http://www.evelinademagistris.it/2009/03/20/manifesto-di-rivolta-femminile-carla-lonzi-1970/
Si riparte. Da oggi dopo tanto tempo di inattività, il qublog riprende a vivere grazie al seminario di introduzione a gender e queer studies che ho iniziato all'Università del Piemonte Orientale, dove insegno. Insieme con gli studenti pubblicheremo e scambieremo qui materiali, link, commenti a testi, immagini, notizie che hanno attinenza con i temi trasversali del corpo e della soggettività, del sesso e della sessualità, del genere (gender) delle sue norme e trasgressioni. Non c'è un vero stacco rispetto a quello che era stato pubblicato sinora. Cambia però la fruizione, e il tentativo di creare una piccola comunità temporanea in condivisione. Benvenuta chi si vuole aggregare!